La CEDU condanna ancora lItalia
Pubblicato il 07/04/2015 da Avv. Angelo Polo
L'Unione Camere Penali Italiane con il proprio Osservatorio Carcere, dinanzi all'ennesima condanna dell'Italia da parte della Corte Europea per i diritti dell'uomo di Strasburgo, per non avere ancora inserito nel proprio ordinamento il reato di tortura, invita il Parlamento ad intervenire con la massima urgenza. Non è tollerabile in un Paese civile che una riforma che coinvolge la libertà, la dignità e l'incolumità dell'individuo possa essere in discussione da due anni.
Approvata dal Senato poco più di un anno fa, il 5 marzo 2014, dopo una discussione durata 8 mesi, ora è in seconda lettura alla Camera dove il 23 marzo scorso è approdata in Aula per la discussione generale. L'esame dovrebbe riprendere in settimana, ma il testo, già modificato dalla Commissione Giustizia di Montecitorio, dovrà tornare al Senato.
Il provvedimento della Corte Europea, che condanna anche l'Italia per quanto compiuto dalle Forze dell'Ordine italiane nell'irruzione alla Diaz il 21 luglio 2001, condotta qualificata come tortura, deve costituire per tutti gli schieramenti politici monito per procedere finalmente alla rapida e definitiva approvazione del disegno di Legge che dovrebbe prevedere la condotta delittuosa come reato proprio, commesso cioè da chi istituzionalmente ha l’obbligo di custodire l’incolumità e la dignità della persona che si trovi ad essere privata della libertà.
La Giunta
L'Osservatorio Carcere
Roma, 7 aprile 2015